Visita didattica per le scuole. Museo Centrale Montemartini - Approfondimenti: Dalla Centrale Termoelettrica al Museo Archeologico: storia e fenomenologia del riuso e riqualificazione architettonica

Visita didattica per le scuole
Museo Centrale Montemartini
Approfondimenti: Dalla Centrale Termoelettrica al Museo Archeologico: storia e fenomenologia del riuso e riqualificazione architettonica
La struttura, grazie ad un meticoloso lavoro di restauro, completato tra il 1989 e 1990, presenta un’ampia facciata caratterizzata da un bugnato nella parte inferiore, mentre superiormente è decorata da lesene e capitelli; completano l’architettura esterna due eleganti lampioni, detti Cambellotti dal nome del loro ideatore, posti ai lati dell’ingresso. Una volta entrati, nell'ampio corridoio dell'Atrio, al piano terreno e utilizzato come reception, sono schierate sui due lati alte bombole ad aria compressa, utilizzate per l'avviamento dei motori Diesel della sovrastante Sala Macchine. Sulla destra si apre un grande salone, detto Sala Colonne, il cui nome deriva dai numerosi pilastri in cemento armato eretti per sostenere un tempo le tre caldaie poste nella sala omonima al piano superiore; nel soffitto sono ancora visibili alcune tramogge, simili a imbuti tronco-piramidali, che si riempivano con le scorie del carbone utilizzato per alimentare le caldaie. Uno sportello nella parte bassa delle tramogge consentiva il recupero delle scorie, raccolte con i carrelli e caricate sui camion comunali del Servizio Giardini per essere usate nelle ville e nei parchi romani per il drenaggio del terreno. Ritornati nell’atrio, tra le due ali di bombole nominate in precedenza, è stata collocata una scala metallica che permette di raggiungere la Sala Macchine, dove troneggia la mole dei due motori Diesel. Ciascun albero motore è formato da tre pezzi del peso complessivo di 81 tonnellate e misura oltre 20 metri. I colossali motori a due tempi avevano una potenza totale pari a 15.000 HP e furono costruiti dalla Ditta Franco Tosi di Legnano; furono installati il 21 aprile 1933, alla presenza di Benito Mussolini. Nella sala è stata inoltre sistemata una turbina a vapore, vero pezzo d'antiquariato. L’ultimo ambiente è dominato dalla presenza di una grande caldaia a vapore (unica superstite delle tre originariamente installate), che misura oltre 1000 metri quadrati, posta su uno dei lati minori dell'ampio salone rettangolare; un complesso di tubi e passerelle in metallo completano l’impressionante installazione, ricordando le scenografie di film come “Tempi moderni“ o “Metropolis”. Da impianto di produzione la Centrale Montemartini è diventata una nuova sede espositiva del polo museale Grande Campidoglio dove, accanto ai macchinari, sono esposti statue e oggetti dell’antica Roma, e dove l’antico e il moderno convivono, con un percorso di allestimento che ha cercato di rispettare due mondi opposti, quello dell’archeologia e quello industriale, in un suggestivo contrasto di forte impatto visivo.Nelle varie sale si è anche cercato di scegliere, per pareti e pavimenti, colori e materiali che esaltassero sia la presenza dei capolavori antichi sia quella dei macchinari, permettendo in questo modo la coesistenza e l’armonia tra le opere d’arte e gli impianti moderni.