Visita didattica per le scuole. Museo Centrale Montemartini - Approfondimenti: La Centrale Montemartini ed il patrimonio di archeologia industriale del territorio ostiense

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01/01 - 09/06/2012
Musei Capitolini Centrale Montemartini

Visita didattica per le scuole

Museo Centrale Montemartini
Approfondimenti: La Centrale Montemartini ed il patrimonio di archeologia industrile del territorio ostiense
Già dalla metà del XIX secolo, nei pressi dell’ansa del fiume Tevere, si localizzarono alcune fornaci, prime attività industriali della zona, ma l'impulso decisivo per l'industrializzazione dell'area venne dalla costruzione, nei pressi del monte Testaccio, dello stabilimento di mattazione (edificato tra il 1888 e il 1890) su progetto di Gioacchino Ersoch. Allo sviluppo della zona contribuirono anche altri fattori: intanto era già presente una linea ferroviaria, la Roma – Civitavecchia, aperta il 24/04/1859, con capolinea nella stazione di Roma Porta Portese; inoltre erano già presenti alcune strutture risalenti all'epoca pontificia, come l'Arsenale e il porto di Ripa Grande. Altro dato favorevole era la lontananza dal centro di Roma che mettevano al "riparo" la città da eventuali sommosse operaie. Nel 1863, con la costruzione dell'attuale Ponte dell'Industria, avvenne il collegamento tra le due principali stazioni romane: Roma Porta Portese e Roma Termini. La nuova linea di raccordo si diramava dalla nuova stazione di Roma San Paolo, situata nei pressi dell'attuale p.za Ampére, tagliava l'attuale p.le della Radio, transitava in via Pacinotti ed attraversava il Fiume Tevere. Con la realizzazione di questa linea ferroviaria fu possibile, per le industrie sorte nella zona, servirsi con comodità del vettore ferroviario per l'arrivo e la spedizione dei vari prodotti e materie prime.
Dopo la presa di Roma e l'annessione al Regno d'Italia, il primo piano regolatore già parlava di “magazzini generali, depositi derrate, campo boario e industrie affini”. Nel successivo Piano Regolatore di Roma, del 1873, era già prevista l'edificazione del quartiere di Testaccio, ma la vocazione di area industriale della zona si precisò nelle previsioni del Piano del 1883, che permise l'insediamento delle prime industrie: materiali edili Ferrebeton, pastificio Pantanella, società Anglo-Romana Gas, Cristallerie e vetrerie riunite, cartiera Pitigliani, a fianco dei Magazzino dei selci, Mattatoio e Conce. Tra tutti gli insediamenti industriali spiccava il nuovo Mattatoio, in cui lavoravano circa duemila persone, e che contribuì all'insediamento di diverse attività legate all'impiego degli scarti della lavorazione delle carni: basti pensare che nell'area suburbana adiacente le Mura Aureliane, nei pressi della Piramide di Caio Cestio, si sviluppò un intero quartiere operaio strettamente legato alle attività di concia e lavorazione del pellame. Negli stessi anni (1899), al di là del Tevere, nei pressi dell'attuale via Pacinotti, vennero edificate alcune industrie chimiche, fra le quali quella della "Società colla e concimi" che si avvalse, per la produzione, degli scarti provenienti dal mattatoio. Nel 1894 la vecchia stazione di Roma Porta Portese, diventata ormai insufficiente a gestire l'elevato traffico, venne abbandonata ed al suo posto venne realizzata la monumentale stazione di Roma Trastevere, posta nell'attuale p.za Ippolito Nievo. Con la politica industriale della Giunta Nathan, dal 1909 in poi, sia l'Ostiense sia l'attuale zona di viale Marconi iniziarono ad assumere la connotazione di prima vera area industriale di Roma. Nel 1911 venne abbandonato l'originario tracciato della ferrovia Roma - Civitavecchia - Pisa, con la realizzazione della nuova stazione di Roma Trastevere in p.za F. Biondo e venne anche abbandonato il collegamento con Roma Termini attraverso l'attuale Ponte dell'Industria, il quale venne riconvertito per il traffico veicolare. Non vennero però abbandonati i binari ferroviari esistenti che diventarono una fitta rete di raccordi a servizio sia delle industrie presenti sia della vecchia stazione di Roma Trastevere, ancora adibita a scalo merci. Rimasero in attività anche i raccordi situati nell'altra sponda del Tevere, sebbene collegati ora alla nuova linea per Termini. Nel 1918 la Fabbrica di candele di Mira S.A. (successivamente Società Mira Lanza S.A.) acquistò lo stabilimento della "Società Colla e Concimi" a Roma Ostiense, sul Tevere, ed in parte riutilizzando le strutture già edificate, intraprese una attività industriale che, sempre partendo dall'impiego di scarti della macellazione, si caratterizzò nella produzione di candele e saponi. Gli edifici della fabbrica vennero costruiti a più riprese negli anni successivi, nell'area di circa 9 ettari compresa fra via Papareschi, via di Pietra Papa ed il fiume [si tratta di corpi a prevalente sviluppo orizzontale, elevati su uno o due livelli, organizzati in capannoni distinti secondo le esigenze produttive, con spazi adibiti a magazzini e depositi, generalmente edificati in muratura con coperture a due falde su capriate lignee. Nonostante il carattere strettamente funzionale del complesso, i fronti dei diversi corpi si caratterizzano per una garbata serialità dei prospetti, ritmati dal succedersi delle aperture e da partiti di semplici paraste]. Gli anni '20 rappresentarono un periodo di forte espansione per il mercato della società Mira Lanza, e lo stabilimento di Roma divenne uno dei principali centri di produzione di saponi da bucato. Tra il 1910 e il 1920 si realizzò un ulteriore sviluppo industriale della zona: vennero costruiti il Porto Fluviale con gli annessi Magazzini Generali, lo Stabilimento del Gas con il Gazometro, la Centrale termoelettrica Montemartini, i Mercati Generali, il Consorzio Agrario, e si ampliarono gli impianti della Mira Lanza e dei Mulini Biondi (1921).
Gli anni '30 furono il periodo di massimo splendore sia per le industrie sia per il traffico ferroviario, anche se il nuovo piano regolatore del 1931 prevedeva, per la zona di Pietra Papa, non più un ulteriore sviluppo industriale e la costruzione di villette a due piani(come previsto dal Piano Regolatore del 1909) ma la costruzione di edifici intensivi. Lo scoppio della seconda guerra mondiale e le sue distruzioni colpirono gravemente tutta la zona e causarono la chiusura e l'abbandono di molte attività industriali. Nel secondo dopoguerra il Tevere perse ogni navigabilità commerciale ed i trasporti su gomma si svilupparono vorticosamente a svantaggio di quelli su ferro. I primi siti a fare le spese di questa crisi furono il Porto Fluviale ed i Magazzini Generali (abbandonati sin dal dopoguerra).
Il rapido sviluppo urbano di Roma, con le grandi speculazioni edilizie degli anni '50 e '60, accerchiò l'area ostiense, facendola diventare una zona semicentrale e provocando la chiusura o il trasferimento di molti siti industriali. Chiusi i Magazzini Generali, il traffico merci venne generato sul lato sinistro del Tevere dalla Società Romana Gas, che riceveva carri di carbone, e sull'altra sponda principalmente dalla Mira Lanza e dai Mulini Biondi. Entrambi i raccordi ferroviari conosceranno gloria cinematografica: quello per la Romana Gas venne immortalato in alcune scene del film di Nanni Loy "L'audace colpo dei soliti ignoti" (It-Fr 1960, con V. Gasmann, C. Cardinale e N. Manfredi), mentre i raccordi di via Pacinotti divennero set del film di Pietro Germi "Il ferroviere" (It. 1995 con P. Germi, L. Della Noce, S. Koscina). Riprese cinematografiche a parte, la più grande area industriale romana, a partire dagli anni '60, divenne sempre più un cimitero degli elefanti, trascurata dalla politica urbanistica ed interessante solo per mire speculative. Intanto, già negli anni '50 iniziò a prendere forma il quartiere Marconi: venne costruito il ponte sul fiume Tevere per facilitarne l’espansione edilizia verso l’EUR ed il mare, mentre si registrò l'ultima attività industriale nell’area (nei primi anni '50) con la costruzione, fra la costernazione e la proteste degli abitanti del quartiere, della raffineria della Purfina, appena al di là dello scalo della stazione Trastevere e ad esso raccordata.
La costruzione del quartiere Marconi (terminato nel 1965) contribuì in maniera decisiva allo sviluppo urbanistico del quartiere, con il conseguente declino delle ultime industrie, sempre più accerchiate dalle nuove case: nel 1955 chiuse lo stabilimento Mira Lanza (con la produzione concentrata a Rivarolo e Mira), mentre alla fine degli anni '60 chiusero definitivamente anche i Mulini Biondi. Quando nei primi anni '70 anche la Raffineria Purfina chiuse per essere trasferita in periferia, la fitta rete di raccordi ferroviari venne abbandonata (negli anni successivi i binari verranno rimossi o asfaltati).
Negli ultimi due decenni l’ Amministrazione Comunale, tuttavia, ha contribuito al recupero di varie strutture della zona dell’Ostiense, con destinazioni di tipo culturale: la centrale Elettrica Montemartini è diventata sede espositiva dei Musei Capitolini, l’ex Mattatoio di Testaccio ospita la sede del Macro, mentre il teatro India utilizza alcuni degli spazi della ex Mira Lanza (dopo l'abbandono le strutture della fabbrica hanno trovato usi diversi: la palazzina degli uffici viene impiegata come scuola, mentre l'autoparco è utilizzato come parcheggio per i mezzi della Croce Rossa Italiana). Nel complesso dei Mercati Generali è prevista invece la “Città dei giovani”. Sorte diversa invece per gli ex Mulini Biondi: la ristrutturazione dell’edificio ha portato alla realizzazione di un grande centro commerciale, mentre anche l'ex consorzio agrario è stato trasformato ed ospita gli studi televisivi dell'emittente "Gambero Rosso".

Informazioni

Lieu Musei Capitolini Centrale Montemartini
Horaire

da gennaio a giugno 2012

Information

info e prenotazione obbligatoria allo 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

Jours de fermeture
Lun
Typologie
Visite didactique
Organisation

Zètema Progetto Cultura

Réservation obligatoire: Sì

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