Esposizione autoritratto di Maria Barosso
Maria Barosso (1879-1960), l’artista-archeologa che ha documentato le scoperte dei monumenti antichi e le trasformazioni di Roma nei primi cinquanta anni del Novecento è rimasta, per decenni, una donna senza volto: il ruolo professionale “subalterno” e il carattere schivo e riservato non hanno favorito la trasmissione della memoria della sua immagine.
Le ricerche condotte per l’allestimento della prima mostra monografica a lei dedicata, dal titolo Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione, ospitata ai Musei Capitolini, Centrale Montemartini fino al 22 febbraio, e del volume che la accompagna hanno individuato alcuni documenti fotografici e cinematografici relativi a contesti ed eventi che la videro presente senza la possibilità, tuttavia, di identificarla con certezza. Solo la fotografia da lei stessa scelta per la sepoltura nel Cimitero Monumentale del Verano restituisce, in una posa dinamica di tre quarti, il volto minuto e affilato della “artista-archeologa” ormai anziana, il collo esile protetto da un foulard, lo sguardo ancora vivo sotto l’acconciatura a riccioli corti e mossi.
Inaspettatamente, l’apertura al pubblico della mostra ha fatto riemergere un documento iconografico eccezionale e a tutti ignoto: un piccolo olio su tela che reca, su un lembo della carta che nel retro completa l’incorniciatura originale, l’annotazione a matita:” Autoritratto di Maria Barosso pittrice che ha lavorato anche al monumento di Garibaldi al Gianicolo”.
Se il coinvolgimento della Barosso in qualche lavoro al monumento gianicolense rimane da verificare, l’autoritratto ce ne restituisce una vivida immagine giovanile, forse ancora degli anni della formazione accademica, già ben riconoscibile per i tratti del volto, per lo sguardo e per la caratteristica capigliatura a ricci.
L’autoritratto è esposto in mostra per la prima volta per concessione dell’artista Valerio Aschi che lo conserva nella stessa casa-studio di Roma nella quale Maria Barosso visse e lavorò fino alla fine della sua vita.





































